Disturbi dell'alimentazione: cosa sono e trattamento
I DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) rappresentano un insieme di patologie complesse che si sviluppano a partire da un rapporto problematico e disfunzionale con il cibo, il corpo e l'immagine di sé. Sono disturbi psicologici profondi che coinvolgono anche aspetti fisici e sociali. Possono colpire persone di ogni età, genere e provenienza sociale e richiedono un approccio multidisciplinare, sia per la diagnosi che per il trattamento.
DCA: cosa sono
I disturbi dell'alimentazione sono condizioni cliniche riconosciute e ben definite che si manifestano attraverso un alterato comportamento alimentare, accompagnato da una percezione distorta del proprio corpo.
Soffrire di DCA: cosa significa
Soffrire di disturbi dell’alimentazione significa vivere preoccupandosi costantemente, in modo quasi ossessivo, del cibo, del peso corporeo e del proprio aspetto fisico. Tutto ciò condiziona ogni istante della propria vita, dalle relazioni sociali alle performance lavorative o scolastiche. Non si tratta di "capricci" o di errate abitudini alimentari, ma di patologie cliniche riconosciute dal DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) che richiedono un intervento specialistico.
Anoressia nervosa
L’anoressia nervosa è uno dei disturbi dell’alimentazione maggiormente conosciuto. È caratterizzata da una drastica restrizione dell’assunzione di cibo con conseguente perdita di peso significativa, paura intensa di ingrassare anche quando si è sottopeso e una fortissima alterazione della percezione corporea. Questo disturbo si manifesta solitamente durante l’adolescenza, soprattutto tra i 14 e i 18 anni, ma vi sono casi anche tra fasce d’età maggiori. Tutto ciò ha gravi ripercussioni sulla salute fisica dell’individuo. Può portare a ipotermia, bradicardia, segni di malnutrizione, amenorrea nelle donne, sintomi depressivi, osteoporosi, isolamento sociale.
Bulimia nervosa
La bulimia si manifesta con episodi ricorrenti di abbuffate compulsive con un consumo rapido e incontrollato di grandi quantità di cibo, seguite da comportamenti compensatori come vomito autoindotto, uso eccessivo di lassativi o esercizio fisico eccessivo. La bulimia è più difficile da riconoscere perché, a differenza dell’anoressia, il peso corporeo di chi ne soffre può essere nella norma o leggermente superiore, rendendo quasi del tutto invisibile all’esterno la presenza della patologia. Le abbuffate, infatti, avvengono solitamente in solitudine, di nascosto, senza che gli altri possano accorgersene e sono seguite da un fortissimo senso di colpa e vergogna che impedisce a chi ne soffre di chiedere aiuto. La bulimia nervosa può portare a gravi complicanze mediche, come squilibri elettrolitici, problemi dentali, disidratazione, danni gastrointestinali, depressione, bassa autostima, isolamento sociale.
Binge Eating Disorder
Il Binge Eating Disorder (BED) è un DCA più comune rispetto ad anoressia e bulimia caratterizzato da frequenti episodi di abbuffate senza l'utilizzo di comportamenti compensatori. Durante questi episodi vengono consumate in modo incontrollato grandissime quantità di cibo, anche senza alcun senso di fame. Le abbuffate sono seguite da sentimenti di disgusto verso se stessi, depressione, senso di colpa e profonda vergogna. Il disturbo ha molte implicazioni per la salute fisica. Porta ad un possibile aumento di peso, causando sovrappeso o obesità, aumenta il rischio di diabete tipo 2, malattie cardiovascolari, ipertensione, disturbi dell'umore e disturbi d'ansia.
Fattori di rischio
I DCA hanno origini multifattoriali, che includono:
- fattori psicologici: insicurezza, perfezionismo, difficoltà nella gestione delle emozioni, distorsione dell’immagine corporea, depressione e ansia
- fattori familiari e ambientali: relazioni familiari conflittuali, pressioni sociali e culturali legate all’estetica, episodi di bullismo
- fattori biologici: predisposizione genetica, alterazioni ormonali. Le cause psicologiche dell’obesità spesso si intrecciano con gli stessi meccanismi alla base dei DCA. Stress cronico, utilizzo del cibo come “valvola di sfogo” per le emozioni che non si riescono a gestire e alterazioni nei circuiti cerebrali della ricompensa possono contribuire sia allo sviluppo dell'obesità che dei disturbi alimentari. Particolare attenzione va posta anche sul legame tra disturbi alimentari e diete. Spesso una restrizione alimentare drastica attiva il ciclo tipico del binge eating. Non si riesce a sostenere fisicamente e psicologicamente una dieta eccessivamente restrittiva, si innesca il meccanismo dell’abbuffata, seguito dal senso di colpa. Si prova a compensare tornando alla dieta restrittiva fino a cedere alla prossima abbuffata.
Approcci terapeutici
La diagnosi di un DCA viene effettuata da psicologi o psichiatri attraverso colloqui clinici, test psicodiagnostici e valutazione medica. Il trattamento richiede un approccio integrato e multidisciplinare che permette di ripristinare un rapporto sano con il cibo e il corpo, affrontando il disturbo sia a livello psicologico che fisico.
Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT)
La psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT) è uno degli approcci più efficaci nel trattamento dei DCA. Alla base vi è l'identificazione e la modificazione dei pensieri disfunzionali legati al cibo, al peso e alla forma del corpo, rompendo il circolo vizioso tra emozioni negative e comportamenti disfunzionali. Questo tipo di trattamento include tecniche specifiche come il monitoraggio alimentare, l'esposizione graduale ai cibi temuti e la prevenzione delle ricadute.
Psicoterapia psicodinamica
Questo approccio indaga le cause profonde del disturbo, come relazioni conflittuali familiari, traumi irrisolti. Aiuta a dare un significato e un’origine al sintomo alimentare, favorendo una maggiore consapevolezza emotiva. L'approccio psicodinamico aiuta a elaborare esperienze traumatiche e a costruire relazioni più sane e mature.
L'importanza dell'intervento precoce
Riconoscere il prima possibile i segnali di un DCA è fondamentale per permettere una diagnosi precoce e un intervento tempestivo. È fondamentale che l’ambiente sociale nel suo contesto faccia la sua parte. Familiari, insegnanti e operatori sanitari devono imparare a cogliere i campanelli d’allarme, che vanno dai cambiamenti drastici nelle abitudini alimentari alla preoccupazione eccessiva per il peso, dall’isolamento sociale alle alterazioni dell'umore. La prevenzione attraverso l'educazione alimentare, la promozione di un'immagine corporea positiva e lo sviluppo di competenze di regolazione emotiva rappresentano una strategia fondamentale per ridurre l'incidenza di questi disturbi.
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